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Terry Jo Duperrault: sensazioni visive di un massacro.

La fotografia non è la mia unica passione.. Mi piace il crafting: lavoretti di artigianato per la realizzazione di oggettini vari; amo leggere, soprattutto gialli e soprattutto di Agatha Christie; e da poco ho scoperto che ascoltare i podcast non è poi così malvagio. Lo posso fare ovunque tanto che porto sempre con me gli auricolari. Per non uscire fuori dai miei gusti ascolto storie di True Crime, le storie vere che fanno storcere il naso e pensare che l’umanità è capace di cattiverie inimmaginabili. Il mio podcast preferito si chiama Demoni Urbani e il narratore è Francesco Migliaccio: voce profonda e molto coinvolgente. Migliaccio sa quando prendere una pausa, quando avere un tono grave o recitare con energica cattiveria. Insomma, mi piace!

Nella storia intitolata “Il fantasma dell’oceano – Il caso della Bluebelle” Migliaccio porta il pubblico all’attenzione di una fotografia scattata a una ragazzina sopravvissuta a una mattanza di famiglia da parte del capitano della Bluebelle (mattanza in cui non era inclusa la famiglia, ma purtroppo la cattiveria non ha identità). La ragazzina, che si chiama Terry Jo Duperrault (attualmente ha 73 anni), è stata abbandonata in mare dal capitano ed è sopravvissuta senza acqua nè cibo per 84 ore: un caso incredibile! Migliaccio parla di miracolo.

Il narratore racconta la sua storia con la passione che lo contraddistingue e invita gli ascoltatori a guardare la fotografia che è stata scattata a Terry Jo nel momento del ritrovamento in mare. Fotografia talmente narrativa che è stata la copertina della rivista Life Magazine del dicembre 1961.

Migliaccio, nel podcast, dice queste parole «…per farvi un’idea di cosa ha passato Terry Jo in quelle lunghissime ore in mezzo all’Oceano Atlantico e del miracolo che è la sua storia, vi invito a cercare una foto su internet…» – e prosegue «…quella foto l’ha scatta un membro dell’equipaggio del Captain Theo pochi istanti prima che salvassero la ragazzina…» – e per finire sottolinea: «ci sono così tante sensazioni in così pochi elementi visivi che non saprei descriverla senza dire banalità..». Poi continua e descrive visivamente quello che c’è nella fotografia: “una sagomina bianca su un foglio nero“.

Dopo aver detto queste parole lascia gli ascoltatori a osservare l’immagine. Vi invito a guardala.

Terry Jo Duperrrault nel galleggiante di soccorso in cui è sopravvissuta – 1961.

La fotografia è legata a una storia vera e triste. Se pensate, inoltre, che la piccola è stata trovata in pieno oceano Atlantico dove gli squali banchettano con i cadaveri delle varie vittime di sciagure aeree, l’immagine che vediamo prende una piega miracolosa. Arrivata all’ospedale di Miami in stato di incoscienza, Terry Jo, è sopravvissuta per ben 84h in mare aperto (per intenderci quasi 4 giorni), con la determinatezza di chi vuole farcela.

Per noi fotografi questa fotografia rappresenta la sagomina di una bambina seduta su un piccolo galleggiante in mezzo al mare. L’immagine rispetta delle linee di letture occidentali chiarissime (da sinistra verso destra, dall’alto in basso). Il bianco e nero rende tutto molto più drammatico. Il volto di Terry Jo, che vediamo riconoscibilissimo, fa trasparire la tutta la sofferenza che ha vissuto in quegli interminabili giorni.

L’ascolto del podcast lo reputerei come fosse una lunga didascalia che enfatizza l’immagine e ne rende ancor più netti i lineamenti.

Vi invito anche ad ascoltare il podcast di Francesco Migliaccio e sentire tutta la storia che lega questa fotografia al massacro della famiglia Duperrault per sentire più in profondità le sensazioni che evoca questa fotografia. Vi lascio il link.