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Studiare Fotografia

Cosa significa studiare fotografia e perché continuare a studiare.

Studiare la fotografia non si arresta nel momento in cui si fa il corso base e annessi corsi specifici di genere come ritratto fotografico, corsi di post produzione e vari workshop. Studiare fotografia va oltre lo sguardo, va oltre le lezioni e anche oltre alla pratica.

La fotografia è un’arte, un mestiere, una passione, un modo di vivere in continua evoluzione. Cambiano le mode, nascono nuove visioni del mondo, quindi cambia il modo di approcciarsi alla camera e fare post produzione, cambia anche il modo di usufruire dell’immagine. Cambiano e tornano indietro, cioè si ritorna al vintage, a fare fotografia analogica, a termini e semplicità che scandivano le immagini dei nostri genitori (dire nonni per il nostro strumento mi pare un po’ troppo lontano e arcaico).

Studiare, quindi, significa stare al passo con i tempi, documentarsi, conoscere tecniche e metodologie sempre nuove e “vecchie”. Significa non fossilizzarsi, non stare a guardare, ma osservare: scrutare nel profilo di molti colleghi, molti amatori che utilizzano una tecnica che piace (o semplicemente diversa dalla nostra) e incuriosisce e studiarla, provare a replicare alcuni schemi di luci, alcune pose. Questo non significa copiare, ma fare pratica, quindi, non abbiate timore se qualcuno vi critica. Le critiche fanno parte della vita e, oggi, significa poter scindere quelle positive da quelle nocive dato che gli internauti danno lo stesso la loro opinione anche se non richiesta.

In fotografia teoria e pratica vanno di pari passo anche se non sempre vengono eseguite insieme. Roland Barthes, autore de La camera chiara – nota sulla fotografia – 1980, sottolinea che non è un Operator e non è capace di fotografare, ma la fotografia lo ha affascinato talmente tanto che ha deciso di scrivere un libro su ciò che lui vede e percepisce dalle immagini, da questo strumento, la macchina fotografica e la fotografia, che funge da referente della visione di ogni fotografo. Barthes esattamente non sapeva praticare la fotografia, ma era capace di studiarla, di osservarla, analizzarla, sviscerarla, significarla.

Il termine giusto è proprio questo: significarla.

Ognuno attribuisce un significato personale a un’immagine: l’Operator che conferisce quello reale, cioè il motivo per cui ha scattato la fotografia e cosa voleva trasmettere; lo Spectator che attribuisce il suo significato personale perché non coinvolto, ma spettatore di una scena che è stato (come dice Barthes n.d.r.) e che deve interpretare. Studiare anche in questo caso è importante perché aiuta a capire l’aspetto sociologico dell’immagine, biografico, psicologico, quindi, poter dare un significato a ciò che stiamo osservando.

Studiare non vuol dire, però, rimanere sempre studente, un fotografo mediocre. Studiare significa ampliare il proprio orizzonte (sembra banale, ma è così), significa avere delle ispirazioni per progetti che si insidiano nella nostra testa ma che non riescono ad uscire allo scoperto.

Significa (parola chiave) poter essere un passo avanti e poter andare oltre lo scatto: una fotografia studiata a tavolino con storyboard, palette di colori, descrizioni è un lavoro che gratifica noi e gli altri; appaga lo sguardo e l’anima; aiuta a crescere e avere maggiore sicurezza in sé stessi. Stesso discorso vale per una fotografia eseguita con una tecnica ben precisa, andando a scovare luoghi e situazioni che abbiamo studiato in precedenza e che riportiamo nella nostra immagine.

Studiare vuol dire approfondire un tema e poterlo realizzare. Ricordiamo che un progetto diventa reale nel momento in cui riusciamo a realizzarlo, altrimenti rimane una fantasia legata a una visione che non appartiene al mondo.

Pragmaticità e praticità se si vuole realizzare un progetto, anche fantasioso, sono due consuetudini che dobbiamo tenere in mente: risulterebbe, così, più facile mettere in pratica tutti gli insegnamenti legati, ovviamente, alla nostra creatività.

The last but not the least, provare provare provare. Senza i tentativi l’uomo sarebbe ancora ai tempi dei lumi a olio. Ricordiamoci che oggi scattare una fotografia non significa consumare un rullino e non poter vedere in anteprima gli scatti. Oggi possiamo provare, controllare anche con programmi di live streaming il lavoro che stiamo facendo. Non abbiate il timore di buttare via il vostro tempo, lo guadagnerete con l’esperienza.

Crescita è migliorare sé stessi, fare tanti piccoli e grandi passi avanti che, credetemi, verranno notati.