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Estate: il letargo dei fotografi

Settembre é un nuovo inizio, come se un nuovo anno nascesse dopo le vacanze estive e si ricominciasse a vivere: un capodanno inoltrato, insomma. L’estate é il letargo per chi ha un progetto da portare avanti, una pausa dai lavori, uno stacco dalla visione che si ha oltre l’oculare.

Questo nuovo articolo, vi avviso, sembra quasi una pagina di diario di un’adolescente, ma così voglio conservare quella spontaneità che mi regalo mettendo i miei pensieri e le mie conoscenze nero su bianco.

Fotograficamente non ci si ferma mai: chi ama la fotografia scatta in vacanza, scatta di notte, di giorno, scatta per ricordare una vacanza, scatta perché di luce ce n’é in abbondanza da non avere scuse, insomma, scatta “anche se con un cellulare” le meraviglie che la vacanza offre.

Alla fine, però, cosa ti ritrovi in mano: le classiche foto delle vacanze che ti ricorderanno quello che hai vissuto? Oppure riesci a estrapolare una storia con gli scatti che hai fatto?
Le domande sono tantissime e le risposte le hai davanti ai tuoi occhi: sono le immagini che hai scattato mentre eri in vacanza, sono i momenti che hai vissuto, le persone che hai incontrato, i luoghi che hai visitato (sembra di scrivere in loop, ma sono frasi che devo scrivere perché in effetti è così).

Cosa farne di tutte le fotografie scattate?

Oltre a editarle e renderle visibili in tutti i social, farne dei video, dei reels, degli album digitali o delle fotografie analogiche, tutte queste immagini raccontano altro della tua esperienza di vacanziere?

Siiii? Bene!!! Allora estrapola le emozioni che hai vissuto e fanne una storia. Racconta ed emoziona anche gli altri che guardano le tue fotografie.

Parti proprio dalle tue emozioni e poi fai un breve racconto. Se scrivi poesie dedicane una ai tuoi progetti, se non sai scrivere affidati agli aforismi…un piccolo quanto significativo tentativo di porre una didascalia valorizzando le tue immagini.

Se, invece, credi che le tue immagini siano solo un banale e poco significativo reportage di quello che hai vissuto, raccontalo lo stesso. L’abitudine a scrivere (intendo in immagini) ti aiuta a vedere le prossime vacanze come un trampolino di lancio per raccontare esperienze in modo significativamente più profondo.

Ricorda solo una cosa: ciò che tu provi quando vivi un’esperienza gli altri non la capiranno, ma potranno vivere un’altra esperienza emozionale sulla base di come tu racconti le tue storie.

Sembra difficile come consiglio, ma pensa bene! Quando racconti un fatto che ti è accaduto cerchi di enfatizzarlo così da far rivivere la tua stessa esperienza agli altri (non tutti sanno raccontare e ricorda, soprattutto, che non tutti sanno ascoltare). Devi porti lo stesso obiettivo con le fotografia.

E se proprio non riesci a esprimere le tue emozioni, allora affida le tue immagini ad altre emozioni, del resto, l’uomo è una bestia emozionale e vive e si nutre di sentimenti.

Non si può prescindere l’uomo dalle emozioni e queste sono il perno che governano il mondo. Molti ambiti disciplinari ergono studi e studi su quale emozione spinga l’uomo a muovere i suoi passi e le sue scelte. Marketing e politica sono sempre due esempi calzanti, ma non voglio approfondire questo discorso. Un blog di fotografia deve parlare di fotografia.

Vi invito, quindi, a rivedere i vostri scatti estivi e trarne una breve racconto. Lasciate i giudizi tecnici da parte, pensate solo alle emozioni che le vostre immagini regalano ancora quando le rivedete e raccontate le vostre emozioni.

Selezionate e riassumete tale da dare un senso al racconto. Evitate di scrivere poemi romanzeschi di una noia mortale. Date al vostro racconto un piccolo limite di immagini. Limite che si deve porre nel momento in cui avete il testo del racconto già in mente e ne volete solo delimitare la forma narrativa.

Ponete in essere la dinamica del racconto e poi cominciate a dare un senso con legami fra testi visivi, colori, iconografie e iconologie, riferimenti fra immagini e forme geometriche.

Ecco, sembrava semplice??? Lo è, tranquilli!

Alcune volte bisogna lavorare di pancia (modus emozionale) altre volte di tesa (modus congetturale).

Mandatemi una mail con un vostro racconto e io lo leggerò volentieri!

Buona Scrittura!

Agata