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A Fera ‘ô Luni di Sergio Perez

Chiacchierata con l’autore della street photography catanese.

Nel libro “A Fera ‘ô Luni” racconti la vita quotidiana della fiera tradizionale e storica di Catania: una fiera che si è evoluta negli anni tanto da arrivare a ospitare un melting pot di popoli e culture non indifferente. La raccolta di immagini che ci presenti è proprio uno spaccato sociologico, culturale ed economico dei giorni del post-covid: un reportage storico per le future generazioni.

Il cambiamento della fiera è stato graduale negli anni, ma nel tuo libro lo vediamo come una sorta di prepotente costatazione: non vi sono mezzi termini per dire che parte del mondo (intendo popoli e culture) vivono in maniera massiccia e immersiva in piazza Carlo Alberto e dintorni. Le molteplici culture si sono organizzate per sopravvivere al nuovo mercato e quest’ultimo ha accolto le nuove mercanzie e i nuovi approvvigionamenti colorando le bancarelle e arricchendole di nuove storie e nuove ricette.

Nelle immagini gli strati di significazione si raccontano densamente, ma A Fera ‘O Luni è questa! (mostro il libro all’autore con fermezza n.d.a.). Tu ci stai raccontando quello che realmente è la fiera di Catania. Il tuo colpo d’occhio ha impresso maggior senso alla vita della fiera di quello che una persona distratta potrebbe scorgere a prima vista.

Quello che salta agli occhi dalla raccolta di queste fotografie è l’intimità: i commercianti, complici contro l’estraneo, il curioso o il fotografo, al mercato sono a casa loro e lo si percepisce nelle tue immagini: alcuni di loro sono comodamente seduti negli spazi delle loro bancarelle, altri chiacchierano e altri ancora si riposano sui carrelli per le merci.

E alla fiera, si sa, non tutti vanno per comprare: chi si fa una passeggiata con l’amica, chi per “fotografare”, chi solo per guardare la merce: la fiera è un luogo affollato di un’eterogenea di civiltà, una ressa patrimoniale di popoli, un groviglio di colori e sapori.

Quello che lega gli attori del mercato, più che parlare di economia, è proprio l’hic et nunc (il qui e ora n.d.a.). Non c’è un’unica motivazione, un’unica storia, un unico percorso nelle strade che ospitano la fiera: ognuno è protagonista della sua storia e del proprio bagaglio di esperienza che, dopo tanto camminare, li ha portati lì in quel momento.

  • Ti rivedi in tutto questo?

Credo che tu abbia descritto in maniera precisa quello che ha fatto scattare in me qualcosa per andare a fotografare al mercato, ossia raccontare per mezzo delle immagini una realtà che è sotto gli occhi tutti, ma che molto spesso guardiamo senza vederla. Probabilmente chi frequenta la Fiera tutti i giorni da anni, da decenni ha vissuto questo cambiamento in maniera graduale, magari senza accorgersene, mentre ai miei occhi, tornato sul posto dopo diversi anni in cui la mia vita si è svolta per lo più fuori dalla cerchia urbana, è sembrato tutto talmente nuovo e talmente uguale allo stesso tempo. Con un gioco di parole potrei dire che le mie fotografie sono una fotografia della Fiera oggi.

Se la multiculturalità è stata la molla, credo che il mio lavoro si possa considerare inclusivo, spaziando un po’ su tutto quello che in quel contesto ha vita, le persone, gli animali, la luce e i colori.

  • Oltre alla bellissima introduzione di Fabiola Di Maggio, e la tua presentazione al lavoro, il libro porta dentro qualcosa di magico anche per gli attori che lo compongono?

Questa è forse una domanda che andrebbe fatta a loro. Quello che posso dirti è cosa ha comportato per me l’interazione con i soggetti delle mie fotografie. Si tratta di un mondo al quale mi sono approcciato partendo da una posizione molto distante forse, ma che con l’andare avanti dei mesi ho imparato a conoscere e quindi ad apprezzare. Il lavoro delle persone inizia la mattina presto, tutti i giorni, chi gestisce una bancarella fa una vita di sacrifici, ma lo fa con il sorriso, la dignità e anche l’ironia che caratterizza da sempre il catanese e che è stata contagiata anche ai non catanesi.

Non so se il libro è o sarà magico per loro, quello che posso dirti è che il lavoro sulla fiera è stato magico per me, anche quando non avevo idea che sarebbe diventato un libro.

  • Tecnicamente, sapendo che la differenza per ogni fotografo la fa il modo di vedere con i propri occhi, quindi la personalità di chi fotografa prima di tutto, per chi volesse, magari, prender spunto dalla tua esperienza: hai delle preferenze di scatto, orari, impostazioni che utilizzi come approccio al lavoro?

Una delle cose che mi ha piacevolmente sorpreso in questi ultimi mesi è quando qualcuno mi ha detto di riconoscere un mio scatto. Quando ho obiettato di non ritenere di avere sviluppato uno stile così riconoscibile, mi è stato detto che non era riferito allo stile. Credo sia perché nei nostri scatti mettiamo noi stessi, le nostre esperienze, le nostre conoscenze, la cultura fotografica e gli autori di cui ci siamo nutriti. La tecnica è qualcosa che fa parte dei nostri scatti, ma che dobbiamo dimenticarci quando siamo fuori. Un po’ come guidare, si sta attenti alla strada, non al cambio, alla frizione, magari alle prime guide ma poi diventa un automatismo.

Io scatto da diversi anni con lenti grandangolari fisse, utilizzo fotocamere pratiche, piccole, quasi sempre compatte. Se fai street puoi portarla sempre con te e questa è una regola importante. In una situazione come quella della fiera in una città come Catania ho scelto di scattare soprattutto in orari e giorni soleggiati, sfruttando così spesso i giochi di luci ed ombre, ma non è stata una regola fissa.

  • Per l’uscita del libro ti sei avvalso del crownfunding (finanziamento collettivo n.d.a.). Adesso dove possiamo trovare il tuo libro?

Il crowdfunding è una operazione che si basa sulla fiducia dei suoi sostenitori; quindi, per me è stata una doppia sfida. Ho scoperto di avere molti più estimatori di quello che io stesso avrei immaginato, ma certamente ha contribuito, e non poco, il fatto di avere alle mie spalle un editore serio e preparato come Crowdbooks e in particolare Stefano Bianchi che mi ha seguito e sostenuto in tutto il percorso insieme ai curatori del libro Fabiola Di Maggio e Michele Di Donato.

Il libro adesso è disponibile sia sul sito di Crowdbooks.it, nelle principali librerie incluse le versioni online, su Amazon e anche nelle librerie di Catania.

Di seguito due link dove poter acquistare il libro

AMAZON

https://amzn.eu/d/eVluG3C

CROWDBOOKS.IT

https://crowdbooks.com/it/a-fera-o-luni/

L’autore Sergio Perez sullo sfondo alla presentazione del libro “A Fera ‘ô Luni” alla Feltrinelli di Catania.